Vivere il territorio per un Lions Club significa anche viverne la sua cultura, la sua tradizione e la sua storia. E questo obiettivo è stato perfettamente raggiunto dal Lions Club Vescovato lo scorso 26 gennaio, nel corso del meeting, che ha avuto quale illustre relatore il prof. Erminio Morenghi, cremonese di origine.

Lungo e di alto profilo il suo curriculum: scrittore, germanista e cultore di letteratura austriaca presso l’Ateneo di Parma, dove ha insegnato come assistente e come professore a contratto, il prof. Morenghi ha pubblicato monografie, saggi ed articoli, oltre a numerosi libri di arte e di storia. Nel corso del meeting egli ha raccontato la storia di Vescovato con i suoi principali protagonisti attraverso «spigolature», come lui stesso le ha definite, inevitabilmente fatte iniziare col matrimonio tra Camilla Gonzaga, figlia di Giovanni, signore di Vescovato, uomo di corte e d’armi sotto il vessillo degli Sforza, e Rossi da San Secondo, evento di cui proprio quest’anno ricorrono i 500 anni, celebrati con un palio. Un ritratto di Camilla Gonzaga, realizzato dal Parmigianino, si trova oggi presso il Museo del Prado, a Madrid.

Immancabile un riferimento alla cognata del predetto Giovanni, Isabella d’Este, marchesa di Mantova, sposa a soli sedici anni di Francesco Gonzaga: estremamente raffinata, oltre ad essere un’abile diplomatica, fu anche amante della musica, della poesia, delle arti, dei vestiti e dei gioielli. Resse il ducato con polso fermo, sia durante la prigionia del consorte a Venezia, ottenendone peraltro la liberazione, sia dopo la sua morte. Grande fu la devozione verso S. Vincenzo martire, i cui resti, conservati nella parrocchia di Vescovato, sono oggetto di culto e di venerazione da parte dei fedeli.

Svolgendosi il meeting alla vigilia della Giornata della Memoria, non è mancato un cenno anche alla Giudecca, il quartiere di Vescovato, ove vivevano gli ebrei, dotati di grande capacità mercantile e commerciale. Pur praticando il prestito ad usura, a Vescovato non capitarono episodi di violenza, come invece accadde altrove, anche perché con i Gonzaga vi fu grande tolleranza nei loro confronti.

Tra le figure evocate dal prof. Morenghi v’è anche quella del giradùur, l’ambulante dedito non solo alla vendita della frutta, bensì anche alla raccolta di stracci e di pezzi d’antiquariato, trasformando gli scarti in risorse ed in occasioni.

La serata ha permesso di constatare come dal passato giungano anche a noi, nei tempi presenti, modelli e stili di vita ancora attuali e lezioni, che valgono più di una morale.